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giovedì 31 gennaio 2013

Una vittoria alata, anzi due...

Questa vicenda inizia un paio di anni fa. Durante una delle mie visite periodiche al Mercatino di Alpignano, mi cade l'occhio su una coppia di sculture identiche, presumibilmente in bronzo, una ventina di centimetri di altezza, che raffigurano due Vittorie alate stilizzate, periodo e provenienza indefinibili, forse recuperate da vecchi trofei sportivi o simili.




Per un attimo valuto la possibilità di acquistarle entrambe, pochi euro l'una. Poi, osservandole meglio, noto che una ha il profilo del viso leggermente rovinato, cosa che le conferisce una espressione un po' infelice. E cosa me ne faccio della coppia, quando posso spendere la metà? Insomma, scelgo quella che mi piace di più e dico addio all'altra.

Diversi mesi dopo, eccoci a Montalto Dora, ad uno degli appuntamenti 2012 dei Mercatini sotto il castello di Montalto. E cosa fa capolino, tra gli oggetti di buon gusto di una di quelle bancarelle che meglio si presentano? Insomma, avete capito. Conosco già di vista il venditore, so che ha la passione delle cose usate, le sceglie con cura, le pulisce con afffetto, sa presentarle e valorizzarle come si deve. Quando gli dico che ho una scultura come quella esposta sul suo banchetto, e che l'ho separata da una gemella, mi conferma che anche lui ha acquistato la sua ad Alpignano. Salutato l'amico e, ancora una volta, la sorellina, riprendo a curiosare tra i banchi, mentre penso a tutte le avventure che vivono questi oggetti passando di mano in mano e di luogo in luogo.


Passa ancora del tempo, siamo a novembre dello scorso anno, e sto girovagando su uno di quei siti di aste on line, fonti inesauribile di spunti, confronti, notizie, anche se non sempre attendibili, per cercare di dare una identità alle mie cose acquistate qui e là. Questa è la parte "culturale" dell'andare per mercatini!
E, per la terza volta, incontro lei, descritta come "Dea alata della Vittoria, scultura in fusione di bronzo, 800 900 liberty". Devo essere sincero, non sono proprio sicuro che sia lei, adesso è montata su una base di marmo, e l'espressione del viso stilizzato non so se sia proprio quella che ne aveva scoraggiato il mio acquisto. Questa ha degli strani occhi... ma mi sembra di aver ritrovato una vecchia amica.
Spero non me ne voglia il venditore, se riporto qui una delle foto del suo annuncio, ormai scaduto da tempo.


Avrò fatto male a separarle? E dove sarà andata adesso? Ci rivedremo ancora? E intanto, mi concedo il piacere di osservare e toccare quella in mio possesso, che certamente è la più bella che ci sia.

2 commenti:

  1. ne ho una identica comprata al mercatino di Castelleone. al Mercante in Fiera sabato scorso ne ho viste 2 simili ma con patina dorata ed una sovrastruttura a ponte sulle ali, come per reggere qualcosa.
    Roberto La Spezia

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  2. La storia degli oggetti è sempre interessante. Grazie!

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